trio
Il primo triangolo
di sicilturiddu
30.08.2014 |
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"Ci ritrovammo tutti e tre seduti nudi sul divano, Lei al centro, noi maschi ai lati, ci guardammo in viso alternativamente; chiesi loro come si chiamassero,..."
Nelle giornate successive nulla di nuovo sul fronte delle coppie. La coppia di dx conduceva una vita abbastanza tranquilla e serena, di buon mattino si recavano in spiaggia e ritornavano la sera al calar del sole; cenavano in veranda e si sentiva solamente un bisbiglio, mai una parola ad alta voce, mai un dialogo tra loro che facesse intendere un disguido; vestivano sempre un abbigliamento casto: copricostume Lei, pantaloncini corti e maglietta Lui. Mentre per le due coppie di sx regnava sempre l’equivoco sull’accoppiamento, chi fossero i relativi compagni delle due ragazze non era ancora possibile appurarlo. Conducevano una vita molto all’opposto della coppia di dx, dialogavano ad alta voce, sicuri che non avremmo mai, noi vicini, capito un “tubo” del loro linguaggio, non litigavano mai, la Tv ad un volume ai limiti della sopportazione. Andavano al mare prima di mezzogiorno, stavano in veranda sempre in costume; io tenevo sott’occhio le due ragazze, tenuto conto di ciò che avevano consumato la prima notte che c’eravamo trasferiti lì. I due maschi quando stavano in veranda erano sempre con una bottiglia di birra in mano, a chiacchierare in modo pacifico; rientravano dal mare sempre verso le 14 circa, pranzavano in veranda con il ventilatore sempre acceso. Ogni tanto notavo che il ragazzo più alto baciava sulle labbra non solo la bionda più alticcia ma anche l’altra; mentre il ragazzo più basso (ma sempre con un fisico atletico e palestrato) baciava solo la bionda più bassina, sempre sulle labbra, ma nulla di più. I giorni trascorrevano piatti, nella normalità e senza alcuna novità, le due ragazze bionde dopo la mezzanotte rientravano a casa dopo essersi preso il fresco serale in veranda, regnava la più totale castità tra loro. I maschi andavano a dormire sempre prima di loro. Una mattina, già quasi sul finir del mese di luglio, era da poco spuntata l’alba, quindi le 6 circa, una temperatura ideale intorno ai 22-24 gradi, mi ero svegliato di buon mattino per andare a fare una passeggiata in bici lungo la litoranea che costeggia il mare; ancor prima di andare in bagno uscii in veranda in slip per prendere la maglietta leggera che mamma aveva lavato la sera prima. Sentii dialogare in lingua nordica sulla veranda di sx, (dove alloggiavano le due coppie) il ragazzo alto, biondo e la ragazza bassina bionda; stavano sdraiati sulle sdraio completamente nudi a prendersi quei pochi raggi di sole che affioravano dall’orizzonte, stante che erano orientati con la vista ad Est, quindi sull’asse longitudinale delle villette e della verande, io mi trovavo con le spalle ad Est. La curiosità e la sorpresa furono copiose: i mie occhi fissarono immediatamente il corpo di Lei, un fisico da urlo, nonostante stesse sdraiata i seni corpose e tonteggianti non davano segni di afflosciamento con una 4^ abbondante, capezzoli irti e turgidi come due mezze mandorle sbucciate, due aureole del diametro di circa 5 cm; la zona pubica totalmente rasata, i segni della mancata abbronzatura mettevano in risalto le grandi labbra, considerata la posizione assunta delle gambe piagate all’altezza delle ginocchia e divaricate. Lui dal fisico atletico e palestrato, ma con un cazzo moscio, non degno di essere né guardato né descritto. Furono attimi di celestiale visione guardare Lei, il mio sguardo incrociò il suo, ma nel contempo il mio arnese era già dritto, come accade sempre la mattina appena sveglio e reclamava la sua dose di piacere. Lei non si scompose affatto, anzi accennò il saluto con la mano seguito da due parole incomprensibili; Lui mormorò alcune parole rivolgendosi a Lei, si guardarono in viso, sempre sdraiati, accennarono entrambi un “SI” con il capo. Immediatamente Lei si alzò dalla sdraio, si avvicinò al muretto che separa le due abitazioni, si appoggiò con le tette sul muretto e mi fece segno con l’indice in alto di avvicinarmi a Lei. Ubbidii immediatamente accostandomi a Lei, le porsi la mano per salutarla, ma Lei mi blocco il braccio all’altezza del polso, spostando la mia mano sul suo seno, facendomelo accarezzare; contemporaneamente mi guardò negli occhi sorridendomi e ammiccando l’invito a saltare il muretto per raggiungerla all’interno della sua veranda. Lui nel frattempo s’era ritirato in casa, saltai il muretto con il cuore che batteva per l’inaspettato invito, mi prese per mano e mi condusse in casa nell’ingresso-soggiorno. Dappertutto c’erano bottiglie di birra vuote, copricostume sui divani, sandali ed infradito mischiati tra loro, CD poggiati sulle sedie, bicchieri in plastica rovesciati a terra; una confusione di oggetti da far paura. Lei spostava coi piedi scalzi, mentre passava, tutto ciò che le capitava sotto, mentre mi tirava per mano verso il divano a quattro posti che stava sulla parete longitudinale del soggiorno. La seguivo guardando i suoi glutei che sobbalzavano ad ogni passo. Arrivata in prossimità del divano rivestito di un raggiante rosso pompeano, si sedette, allargò le gambe mostrandomi la figa depilata, mi tiro il braccio che ancora teneva ben stretto e mi fece segno di inginocchiarmi davanti a Lei e tirando fuori la lingua, portò la sua mano alla lingua e poi alla figa, facendomi capire che desiderava che gli leccassi la figa. Non necessitavano tutti quei segni e quelle procedure per capire quali erano le sue fantasie e le sue aspettative. Il mio cazzo non stava più appoggiato all’addome, ma aveva assunto la posizione erettile verso l’esterno, lo slip era diventato incontenibile ed il dolore sulla cappella ormai ben aperta che strofinava sullo slip iniziava a darmi fastidio; sentivo che dovevo eiaculare da un momento all’altro. Nel frattempo mi ero inginocchiato davanti a Lei, già pronta a donare alla mia lingua la sua patatina bollente. Salivai quanto più possibile la lingua e tenetti un pò di saliva in bocca pronta ad usarla per meglio inumidire la sua stazione vaginale; mi accostai lentamente con la lingua al suo clitoride, lo lappai delicatamente e lo salivai abbondantemente con movimenti rotatori alternati sia in senso orario sia in senso antiorario, Lei pronunciava qualche sillaba e qualche parola per me incomprensibile dal punto di vista linguistico, ma comprensibilissimo dal punto di vista erotico-sessuale (stava godendo come una cagna in calore ed eravamo ancora all’inizio), mi teneva il capo stretto alle sue mani, aveva paura che mi staccassi dalla sua figa (non ci pensavo assolutamente); mi resi conto che salivare il clitoride la rese più disponibile ed acconsenziente più che mai, mi staccai un attimo la bocca dalla figa, bagnai di saliva il mio dito medio e glielo ficcai dentro alla ricerca del punto G; lo percepii subito per la sua parte un po’ ruvida rispetto all’interno liscio della vagina, strofinavo il polpastrello del dito medio su quella parte ruvida, mentre con la lingua continuavo a lappargli il clitoride. Ad ogni lappata di clito Lei sobbalzava col bacino in avanti; continuava ad emettere mugolii e parole sempre incomprensibili; il mio cazzo reclamava i suoi diritti, ma con la forza ed il principio dell’altruismo e del donare a Lei tutto il piacere possibile ancor prima di riceverlo io, resistetti a lungo portandola all’orgasmo multiplo per ben tre volte. Assaporai e gustai i suoi umori vaginali dal sapore mai conosciuti prima di allora; erano diversi, erano più densi, erano nordici, o forse dovuto al tipo di alimenti che consumava. Dopo il terzo orgasmo mi fece segno che desiderava assumere un’altra posizione ma sempre che fossi io il soggetto attivo e Lei quello passivo; mi fece sdraiare lungo il divano a pancia in su, Lei si mise in ginocchio a cavalcioni sulla mia testa donandomi la sua figa in bocca e invitandomi a continuare la leccargliela; ma quella posizione mi impediva di fare uso delle dita per penetrarla, capii che desiderava solo la lingua, che finora aveva solo lappato il clito ma non era entrata all’interno di Lei, se non col dito medio. Iniziò a muoversi come una forsennata appena la penetrai con la lingua, la fottevo solo di lingua, Lei dettava il ritmo, adesso era Lei che si dimenava su e giù, non facevo alcun movimento in quanto impedito a muovere il capo, tenevo solo la lingua di fuori a mo di cazzo e Lei era la padrona assoluta, in questa posizione Lei non raggiunse l’orgasmo, non mi inondò il viso dei suoi umori vaginali; continuava a farsi fottere di lingua; non riuscivo a capire il perché e nemmeno quale era il fine. Continuava…, continuava…, io desideravo che almeno mi toccasse il cazzo, ancora dentro lo slip, per dimostrarmi il suo interessamento al mio organo sessuale. La risposta l’ebbi dopo un pò, quando mi sentii toccare il cazzo sotto lo slip da una mano grande ma delicata; sorpreso in quanto Lei aveva entrambe le mani poggiate sul bracciolo del divano; chi era? Chi si era intrufolato nella nostra intimità? Scostai per quanto fu possibile la testa per guardare dietro il suo corpo che mi ostruiva la visione: era il suo compagno biondo, alto e palestrato che stava con Lei in veranda circa quindici minuti prima. Lui senza annunciarsi e senza avvisarmi prese in mano la mia intimità, dopo avermi accarezzato il cazzo sopra lo slip, lentamente ma con sapiente professionalità sessuale, infilò la mano sotto lo slip, si ritrovò il mio cazzo duro e spavaldo di essere stato accolto da mani sconosciute ma sapienti; mi sfilò lo slip con una delicatezza e sensualità, che nemmeno una femmina aveva mai osato con tale “professionalità”. Quando l’ebbe del tutto denudato e messo in bella vista, lo prese in bocca, con avidità, passione e sapienza sensuale, che dopo solo pochissimi minuti gli scaricai in bocca tutta la mia produzione spermatica che avevo accumulato slabrando, masturbando e facendo godere Lei nei minuti precedenti la sua presenza; lo ingoiò tutto, infatti non sentii tra le mie gambe una sola goccia o sensazione di umidità; fu la goduta più veloce che abbia mai fatto, fu anche la prima volta che un uomo accarezzasse e succhiasse in mio cazzo; sarà stata la preparazione che stavo conducendo con Lei, sarà stata la mano e la bocca di un bsx o gay, sarà stata l’improvvisazione e la sua “professionalità”, sta di fatto che nonostante avessi avuto tra la mia bocca una figa vogliosa dal sapore umorale della vagina talmente gustose ed uniche di Lei, avevo resistito quasi mezzora ad eiaculare e a godere. Durante quel pompino maschile, Lei accentuò i suoi ritmi e le sue effusioni sessuali, si dimenò con più avidità e pochi attimi prima che io eiaculassi in bocca al suo amico, raggiunse il quarto orgasmo innaffiandomi il viso, gli occhi (che ho dovuto chiudere), il collo e parte delle spalle, pure il divano ricevette la sua pur piccola dose di umori vaginali. Descrivere quei momenti non è facile, le sensazioni sono state nuove, inaspettate ma soprattutto deliziose da vivere in contemporanea: DARE E DONARE PIACERE A DUE SOGGETTI E CONTEMPORANEAMENTE RICEVERE. Non avevo mai provato tali sensazioni, rimarranno sicuramente nel film sessuale della mia vita. Erano trascorsi quasi 45 minuti, mi ripulii il viso ed il cazzo in bagno, guardai in viso da vicino il Lui nordeuropeo che mi aveva spompinato per pochissimi minuti; ritornai a rilassarmi sul divano ancora macchiato degli umori vaginali di Lei, altrettanto fecero loro. Ci ritrovammo tutti e tre seduti nudi sul divano, Lei al centro, noi maschi ai lati, ci guardammo in viso alternativamente; chiesi loro come si chiamassero, mi risposero dicendomi nomi impronunciabili che la mia memoria non potrà più ricordare. Capii solo che erano finlandesi ma non potei capire di quale città. Lei si alzò andò in cucina, prese una bottiglia di tè di produzione italiana e lo versò in tre bicchieri di cristallo abbastanza grandi; bevemmo tutto il contenuto della bottiglia. Lui dopo aver bevuto il tè si allontanò e scomparve. Io però avevo ancora qualcosa da dare e da ricevere da Lei, Lui non m’importava più: volevo fotterla e penetrarla col cazzo non più con la lingua. Ciò che avvenne nei minuti successivi lo leggerete….. in seguito!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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